La Galinsoga comune (nome scientifico Galinsoga parviflora Cav., 1795) è una piccola pianta erbacea infestante appartenente alla famiglia delle Asteraceae.
Etimologia
L’etimologia del nome generico (Galinsoga) deriva dal medico spagnolo Mariano Martinez de Galinsoga (1766-1797), medico a Madrid e Soprintendente per il Giardino Botanico di Madrid[1]; mentre il nome specifico (parviflora) deriva da due parole latine: ”parvus” (=piccolo) e ”flos” (=fiore) e fa riferimento ai piccoli fiori di questa pianta[2].
Il binomio scientifico attualmente accettato (Galinsoga parviflora) è stato proposto dal botanico spagnolo Antonio José Cavanilles (1745 – 1804) nella pubblicazione ”Icones et descriptiones plantarum quae aut sponte in Hispania crescunt aut in hortis hospitantur” del 1795[3].
Descrizione
Descrizione delle parti della pianta
Il portamento
Sono piante basse, la cui altezza arriva al massimo a 1 – 5 dm. La forma biologica della specie è terofita scaposa (T scap); ossia sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme; sono inoltre munite di asse fiorale eretto, spesso con poche foglie. Queste Asteraceae sono senza latice.
Radici
Le radici sono del tipo fascicolato.
Fusto
• Parte ipogea: la parte sotterranea è fittonante.
• Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta, striata e molto ramosa. La parte alta è glabra o con peli sparsi di tipo appressato.
Foglie
Le foglie
Le foglie, picciolate, sono disposte in modo opposto. La lamina è intera a forma lanceolata (o anche ovata) con margine grossolanamente dentato e apice acuminato. Lunghezza del picciolo: 1 – 2 cm. Dimensioni della lamina: larghezza 2 – 3 cm: lunghezza 4 – 5 cm.
Infiorescenza
Infiorescenza
Le infiorescenze sono dei capolini terminali su brevi peduncoli. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro emisferico composto da più squame a disposizione embricata e disposte in una serie che fanno da protezione al ricettacolo, sul quale s’inseriscono due tipi di fiori: quelli esterni ligulati (normalmente 5, ma possono arrivare fino a 9) di colore bianco, disposti in un unico rango; quelli interni tubulosi (da 30 a 50) di colore giallo-arancio. Le squame (o brattee) esterne (1 o 2) sono da largamente ellittiche a obovate e più piccole, mentre quelle interne sono da lanceolate a lineari; possono essere intere o lobate. Lunghezza di peduncoli: 2 – 4 cm. Diametro dei capolini: 5 – 7 mm. Diametro dell’involucro: 4 mm.
Fiore
I fiori sono simpetali, zigomorfi (quelli ligulati) e attinomorfi(quelli tubulosi); sono inoltre tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre ermafroditi, più precisamente i fiori del raggio (quelli ligulati) sono femminili; mentre quelli del disco centrale (tubulosi) sono bisessuali.
• Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
* K 0/5, C (5), A (5), G (2), infero, achenio[4]
• Calice: i sepali sono ridotti ad una coroncina di squame.
• Corolla: i fiori periferici (ligulati) sono nastriformi a disposizione raggiante, ossia la corolla termina con una ligula generalmente tridentata a forma più o meno lanceolata. Quelli del disco centrale (tubulosi) hanno delle corolle tubulari a 5 denti. Dimensione dei fiori ligulati: larghezza 0,7 – 1,5 mm; lunghezza 0,5 – 1,8 mm.
• Androceo: gli stami sono 5 con dei filamenti liberi; le antere invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo.
• Gineceo: lo stilo è unico con uno stimma filiforme, bifido e assai breve e pubescente; l’ovario è infero e uniloculare formato da due carpelli concresciuti e contenente un solo ovulo.
• Fioritura: da maggio a ottobre.
Frutti
I frutti sono degli acheni pelosi con pappo persistente bianco un po’ più grande della corolla del relativo fiore e composto da poche squame (5 – 10) lesiniformi e tridentate. Dimensione del frutto: 1,3 – 2,5 mm. Lunghezza delle squame: 0,5 – 2 mm.
Riproduzione
• Impollinazione: l’impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
• Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l’impollinazione dei fiori (vedi sopra).
• Dispersione: i semi cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). I semi sono piccoli e leggeri per cui è possibile anche una certa dispersione per merito del vento (disseminazione anemocora])
Distribuzione e habitat
Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[5] – Distribuzione alpina
• Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Sud Americano, ma sta diventano Cosmopolita.
• Distribuzione: è una specie comune in tutte le regioni italiane ma è considerata specie esotica naturalizzata[5]; è più rara sul versante Adriatico centro-meridionale. Nelle Alpi è ovunque presente; anche oltre confine (sempre nelle Alpi) è una pianta comune (a parte alcuni dipartimenti francesi). Sui vari rilievi europei manca solamente nelle Alpi Dinariche (è quindi presente nella Foresta Nera, Vosgi, Massiccio del Giura, Massiccio Centrale, Pirenei, Monti Balcani e Carpazi).
• Habitat: l’habitat tipico per questa pianta sono le colture estive: è una pianta infestante (e sinantropa) soprattutto dei campi a mais, patate e vigneti; ma anche aree incolte e abbandonate. Il substrato preferito è sia calcareo/siliceo che siliceo con pH acido, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido e relativamente caldo-pesante.
• Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1500 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
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