T. hermanni Boettgeri
Le dimensioni sono maggiori della T. h. hermanni, le femmine adulte possono arrivare a sfiorare i
30 cm di lunghezza come documentato in grossi esemplari di sesso femminile provenienti da
alcune regioni di Bulgaria e Romania. Tuttavia le dimensioni medie si attestano a 16–18 cm per i
maschi e 20–24 cm per le femmine. La colorazione di base varia dal giallo-verdastro al giallo-
dorato a seconda della Regione di provenienza, essendo questa sottospecie diffusa in un areale
notevole che parte dall’Istria, Dalmazia, Erzegovina, Serbia, Macedonia, Albania, Grecia centrale e
meridionale, in Albania sud-occidentale fino ad arrivare in Romania e Bulgaria. Le macchie nere
sono minori di intensità ed estensione sia sul carapace che sul piastrone e in alcuni esemplari
sono appena accennate. La sutura pettorale (rossa nella foto) è maggiore della femorale (blu nella
foto). Non è raro trovare esemplari con le scaglie sopracaudali unite. Sono state documentate
presenze di questa sottospecie nel nord Italia (Bosco della Mesola) nei pressi del delta del Po, ove
probabilmente questa sottospecie è stata introdotta. Studi genetici infatti ne confermerebbero
l’origine Dalmatica.
Habitat
La testudo hermanni boettgeri frequenta di preferenza le aree semiaride delle regioni costiere, in particolare la macchia mediterranea e le rade foreste di latifoglie termofile, oltre ai margini dei coltivi.
Ambiente Ideale
Si presta bene ad essere allevata in un’area all’aperto, soleggiata ma con zone d’ombra e ricoveri per il freddo e il caldo.
Come per Hermanni Hermanni.
Alimentazione
E’ completamente vegetariana, ed ha bisogno di una dieta ricca di fibre e calcio. Non si deve alimentare solo con insalata e pomodoro, come molti erroneamente fanno; al contrario deve alimentarsi prevalentemente di erbe e piante cresciute in modo naturale e consumate al pascolo, come in natura. Da evitare in ogni caso gli alimenti di origine animale. Indispensabile lasciargli sempre a disposizione dell’acqua da bere.
Letargo
Una delle condizioni ideali per il letargo è la temperatura ambientale: per una buona riuscita dell’ibernazione, la testuggine deve essere mantenuta a circa 5°C. In questo modo, si addormenta, le riserve corporee vengono consumate minimamente e l’animale non è a pericolo congelamento. In modo particolare, la temperatura non deve mai scendere sotto i 2°C e non deve mai superare gli 11°C. Per il controllo della temperatura, si possono usare i termometri da serra, con l’indicazione di quella massima e di quella minima.
Un altro fattore da tenere presente è la durata dell’ibernazione: dipende dal clima e dalla latitudine.
Inoltre, nelle testuggini che si allevano in cattività, si deve prendere in considerazione anche la taglia, l’età, le riserve di grasso e lo stato di salute generale. In quelle giovani, poi, è preferibile un periodo di letargo breve. In generale comunque, questo periodo non deve superare le 20 settimane.
I rischi che corrono sono legati all’attacco possibile di predatori o all’inondazione, per una pioggia intensa. Inoltre, se la temperatura invernale è troppo mite, cioè anche sopra ai 10°C, il metabolismo della testuggine può provocare un consumo eccessivo delle riserve.
È evidente poi che in questo modo, l’animale non può essere ispezionato regolarmente. Per superare questo problema è trovare un compromesso fra i due sistemi, cioè lasciar andare la testuggine spontaneamente in letargo all’aperto in un apposito rifugio edificato, costruito con del materiale resistente e isolante (tettoia apribile, dispositivi di areazione chiusi con delle reti metalliche, tutto imbottito con del terriccio e uno strato di foglie secche ecc).