Vitis, L., 1753 è un genere di piante arbustive della famiglia Vitacee, anticamente chiamata Ampelidacee.
La specie più nota del genere è la Vitis vinifera L. (detta comunemente vite), da cui si ricavano l’uva e il vino.
Descrizione
La vite è una pianta arborea rampicante che per crescere si attacca a dei sostegni (tutori) mediante i viticci; se la pianta non viene potata può raggiungere larghezze ed altezze notevoli attaccandosi agli alberi, su pareti rocciose, o coprendo il suolo. È dotata di un apparato radicale molto sviluppato, che può superare anche i 10 metri di lunghezza.
Ha un fusto anche di lunghezza notevole da cui si dipartono numerosi rami, detti tralci.
Le foglie, dette pampini, palminervie, alterne, sono semplici e costituite da cinque lobi principali più o meno profondi, su una forma di base a cuore.
Le foglie sono un carattere diagnostico molto importante per il riconoscimento dei vitigni delle varie specie, e all’interno della vite coltivata europea (Vitis vinifera sativa).
I frutti sono delle bacche (acini) di forma e colore variabile: gialli, viola o bluastri, raggruppati in grappoli. Presentano un esocarpo spesso pruinoso (buccia), un mesocarpo con cellule piene di succo da cui si ricava il mosto (polpa) ed un endocarpo formato da uno strato di cellule che delimita le logge contenenti i semi (vinaccioli).
Tassonomia
Pressoché la totalità delle specie di Vitis sono attribuite al sottogenere Euvitis, solo tre specie sono distinte nel sottogenere Muscadinia: Vitis rotundifolia, Vitis munsoniana e Vitis popenoi.[senza fonte]
Specie
Il genere Vitis comprende numerose specie:
• Vitis vinifera L., detta anche Vite europea, domesticata nella sua forma sativa, coltivata fin dall’antichità in Europa, in Medio Oriente e nella regione caucasica.
Altre specie, prevalentemente selvatiche, di origine americana, sono:
• Vitis labrusca, la vite americana (in inglese fox grape, in quanto l’uva ha un gusto “selvatico” o “volpino” poco apprezzato in Europa);
• Vitis riparia;
• Vitis rupestris;
• Vitis berlandieri (o vitis cinerea).
Poco sensibili alla fillossera, un afide parassita che attacca le radici delle viti europee, queste specie, così come i loro ibridi, vengono utilizzate sia come portinnesto (arbusto su cui innestare le barbatelle dei vitigni), sia come incrocio con alcune varietà di Vitis vinifera per la produzione di uva.
L’uva della Vitis labrusca, e dei suoi ibridi con Vitis vinifera, può essere vinificata e si ottengono vini come il Fragolino (dal nome dell’uva, detta uva fragola o Isabella), o il Clinton, che fino a pochi anni fa erano, ed in qualche caso sono ancora, prodotti tipici dell’autoconsumo di zone fredde ed umide del nord Italia.
Vista la concorrenza che questi vini a basso costo, ed alta produttività (e limitata qualità), procuravano al mercato dei vini di alta qualità e costo prodotti dalla vite europea (Vitis vinifera), l’Italia ne ha vietato la commercializzazione come “vino”, tale divieto è stato recepito anche dalla normativa europea. Oggettivamente la produzione di fermentati da vitigni diversi dalla vinifera dà spesso prodotti di modesta qualità, sia per le diverse caratteristiche organolettiche oggettive (ad esempio, il sapore “volpino”), che per la scarsa tenuta all’invecchiamento. La correzione di queste caratteristiche si pratica da un lato con procedimenti tesi a limitarle fino a dove possibile, ed in seguito con aggiunte come la zuccheratura (aggiunta di sciroppi, zuccheri, o melasse) o altri correttori ed additivi, non ammessi per la vinifera. D’altra parte gli stessi Stati Uniti e l’Australia distinguono nettamente tra i loro vini quelli di alta qualità originati da vitigni di Vitis vinifera, di cui sono tra i maggiori produttori mondiali, ed i vini, prodotti marginalmente, da viti autoctone americane o da ibridi. Ciò non toglie che, in condizioni commerciali particolari, in assenza di alternative ragionevoli per il clima, i vitigni americani o gli ibridi relativi sono coltivati per la vinificazione con discreti risultati in diversi paesi, come gli Stati Uniti, il Canada, Nuova Zelanda ed in Svizzera.
In Svizzera, vista la resistenza naturale di Specie o ibridi diversi dalla vinifera agli infestanti, (soprattutto crittogame) recati dal clima, i vitigni ibridi interspecifici americani o le viti americane, sono diventate i vitigni d’elezione per l’agricoltura biologica; tra i vini ottenuti: il Marechal Foch, il Regent ed il Vidal Blanc.
Nel Nord Europa ed in Nord America (Inghilterra, Svezia, Stati Uniti, Canada), hanno trovato ambiente favorevole le coltivazioni di ibridi di Vitis aestivalis e Vitis amurensis.
Coltivazione
I terreni possono essere di varia tessitura (da argillosa a sabbiosa).
Le varie specie di vite si adattano a diversissimi tipi di terreno, la specie V. vinifera ha una forte tolleranza a suoli calcarei a clima secco, e suoli aridi e drenati.
Le altre specie hanno diverse esigenze di terreno e clima; spesso le americane preferiscono suolo acido o neutro, in qualche caso anche con buona tolleranza al calcare, a volte con ottima resistenza a suolo e clima umido.
Per la Vitis vinifera la pratica dell’innesto su ibridi di selvatico americano rende comunque possibile la coltivazione su terreni a diversa condizione di pH.
Le forme di coltivazione più adatte per l’uva da tavola sono la spalliera, la controspalliera o la pergola, che risulta anche molto decorativa su appositi sostegni.
L’irrigazione è molto importante: per ottenere acini grossi e polposi occorre innaffiare in quantità crescenti a partire dalla fioritura. Le irrigazioni vanno sospese 15 giorni prima della raccolta per evitare la spaccatura degli acini.
• Produzione di vino (vinificazione)
• Produzione di derivati della vinificazione:
o mosto
o distillati di vinacce (grappa, acquavite)
o acido tartarico (per usi agroalimentari)
o olio di vinaccioli (semi dell’uva)
o polpa di vinacce (per l’alimentazione animale)
• Produzione di uva da tavola
• Produzione di uva passa
• Produzione di altre bevande a base di uva
• Prodotti alimentari:
o gelatine e confetture
o Aceto di vino
#testudovaldarno #vite #vitis #alimentazionetartarughe #tartarughe